Descrizione
Note di
produzione
Ulisse è
arrivato alla corte dei Feaci. Il grande viaggio, le grandi avventure sono alle
spalle. Adesso, nel mondo incantato di Alcinoo dove l’ha accolto Nausicaa, ha
un solo obiettivo che è quello di essere trasportato a casa da una delle navi
magiche di quel popolo caro a Poseidone. Il Re di Itaca inizia dunque il suo racconto
e si presenta con il nome che pensa in quel momento essere l’unico che lo
rappresenti: “il mio nome è odio”, dice per cominciare a narrare le vicende di
un guerriero, ma soprattutto di un reduce costretto a compiere un lungo
percorso per ritrovare Ulisse e non essere più Odisseo. Così, narra da reduce,
tutte le guerre producono reduci, uomini che hanno vissuto l’inferno e che non
sono più in grado di tornare indietro. A lui invece, ma non ai suoi compagni
che moriranno tutti nel grande viaggio di ritorno durato dieci anni, è concessa
questa opportunità. Può tornare a casa, ma per tornare è necessario che si
purifichi e prenda coscienza del mondo, della madre terra, di tutti gli
elementi di cui lui, guerriero, non solo non si è accorto ma verso i quali ha
compiuto azioni violente. Il passaggio essenziale è rappresentato da Circe, la
maga che gli apre le porte dell’ignoto e gli permette l’attraversamento tra
profezie di Tiresia, Sirene, Ciclopi, venti di Eolo. Alla fine del suo racconto
eccolo nel mondo dei Feaci a dire: “il mio nome è Ulisse”. Quindi parte verso
Itaca trasportato da una nave magica. Nell’ultima parte, Ulisse non ha più voce,
è solo un puntino all’orizzonte, una vela latina, mentre da Itaca, guardando il
mare e il padre di nuovo fuggito, ci parla Telemaco che ha il compito di
riportare il regno di Itaca alla normalità dopo la grande strage dei proci.
Adesso Ulisse è un senza nome sulla sua barchetta, è un uomo in cerca di altri
mondi, simbolo dell’avventura e della ricerca dell’intera umanità.
Produzione Agricantus
Autori Beatrice MONROY e Sergio
VESPERTINO
Con Sergio VESPERTINO
Musiche dal vivo Pierpaolo PETTA (fisarmonica)
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