Descrizione
Note di
produzione
Il 18
novembre 1987 scoppiò un incendio nella stazione della metropolitana King's
Cross a Londra che provocò la morte di 31 persone. Una delle vittime non è
stata mai identificata per le gravi ustioni che la resero irriconoscibile. Per
oltre vent’anni era identificata come "Corpo 115".
King's
Cross, precedentemente noto come Battle Bridge, era il luogo in cui l'esercito
ribelle di Boudicca affrontò la guarnigione romana incendiando Londinium e
riducendola in cenere.
Oggi è una
porta ringiovanita verso l'Europa e i suoi caffè, le sue piazze, i viali stanno
a mascherare una storia squallida e triste. Body 115 è un’epopea in
miniatura, un racconto di viaggi interiori ed esteriori, un esplicito omaggio
alla Divina Commedia di Dante. Il protagonista dello spettacolo guida lo
spettatore attraverso le strade bagnate dalla pioggia di Londra, Calais, Parigi
e Milano, diventa il Virgilio di Dante/Noble. Un viaggio di scoperta e
recupero, che abbraccia il decadimento e la gentrificazione, il senso del luogo
e il bisogno di evadere. Invocando l'antica ribellione e la guerra civile,
attraverso i canali di Londra fino al pittoresco Kent, incontriamo Marlowe a
Millwall e Keats a Gravesend. Condotti dal limbo di un campo profughi di Calais
ai campi di battaglia addormentati delle Fiandre, viaggiamo verso Parigi, dove
i poeti-fantasmi del passato affollano i vicoli di Montparnasse. E finalmente,
a Milano, in una stagione di pioggia, arriviamo a scoprire che non solo la
pioggia ci aspetta.
Adattato per
il palcoscenico dal premiato scrittore e regista Justin Butcher (Scaramouche
Jones, La follia di George Dubya) il monologo, della durata di un’ora,
è una miscela energica di teatro e poesia lirica. Un rapsodico inno all'estasi
travolgente della perdita. Un'odissea transeuropea trasformata in safari
dell'anima.
Le anteprime
all'Old Operating Theatre, Londra e al Théâtre de Nesle, Parigi hanno preceduto
la data del tour che toccherà il Festival Internazionale Teatro Romano
Volterra.
Body 115 di Jan Noble è una potente performance di poesie
individuali che accompagna il pubblico in un viaggio di scoperta e recupero,
esplorando temi di decadenza, gentrificazione, ribellione e necessità di fuga.
La poesia di
Noble è sia bella che inquietante, evoca emozioni e immagini che giocano con il
modo in cui potremmo pensare al mondo. Il fantasma di Body 115 vuole che
il narratore sperimenti molto di più dalla vita, eppure il poeta stesso ha
paura. Ha paura di ulteriori perdite (apprendiamo delle sue relazioni fallite e
delle opportunità mancate) e ha paura anche di se stesso in una certa misura.
Alla fine, il poeta ha intrapreso un viaggio discoperta con Body 115
che, anche se ossa in attesa di essere reclamate, è in grado di sperimentare
più vita di chiunque altro.
Se c'è un
difetto da trovare in Body 115 è che a volte la poesia può essere
difficile da decifrare.
Viene raccontata una storia ma ci sono tangenti e idee
che emergono dal nulla e possono cogliere di sorpresa. Eppure nonostante
questo, le parole e i ritmi sono belli, anche se si perde parte del loro
significato. Per compensare questo, la performance di Noble è accattivante con
la sua interpretazione magistrale che cattura la profondità emotiva e la
sfumatura di ogni linea con precisione e autenticità. La produzione mette in
mostra il potenziale della poesia nel teatro, con la poesia di Noble che crea
un'esperienza coinvolgente che attira il pubblico nella storia e nei suoi temi.
Questo è il poema epico teatrale di un uomo, di un'ora. Non una parola è fuori
posto, non un'azione fuori luogo. La consegna di Noble combinata con la regia
di Justin Butcher rende questo qualcosa da cui semplicemente non si può
distogliere lo sguardo né si vuole farlo. Body 115 è uno spettacolo che
fonde perfettamente poesia e teatro per accompagnare il pubblico in un viaggio
indimenticabile attraverso la perdita e scoperta.
IN LINGUA INGLESE
Produzione J. Productions
Regia Justin BUTCHER
One man show di Jan NOBLE
Musiche Jack ARNOLD
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J. Productions
Directed by Justin BUTCHER
Written and Performed by Jan NOBLE
Sound by Jack ARNOLD
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